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81 anni fa il rastrellamento nazista che insanguinò le montagne

Upega rinnova la promessa a chi difese la libertà: «Non dimentichiamo per non tornare indietro»

81 anni fa il rastrellamento nazista che insanguinò le montagne

«Oggi ho l’onore di ricordare l’81º anniversario della tragedia di Upega, dove il Comando di Divisione, il 17 ottobre 1944, è stato accerchiato da un numero preponderante di soldati tedeschi». Così è iniziata l’orazione della professoressa Carla Nattero domenica 12 ottobre a Upega.

«Voglio ricordare il sacrificio di Silvio Bonfante, il “Cion”, del Commissario politico Giulio, del dottor De Marchi e di molti giovani partigiani in questa occasione, che secondo gli storici sono stati circa cinquanta – ha proseguito Nattero –. La nostra Repubblica si fonda sul coraggio, la determinazione e il sacrificio di questi giovani. La nostra Costituzione si basa sulla rottura verticale con il fascismo segnata dalla Resistenza, combattuta sulle nostre montagne, come a Upega. Non permetteremo a nessun nostalgico o nostalgica di farci tornare indietro.»

L‘intento della cerimonia, organizzata dall’A.N.P.I. di Imperia in collaborazione con l’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Imperia (ISRECIm) e con la F.I.V.L. di Imperia, è quello di mantenere viva la memoria dei caduti partigiani vittime del rastrellamento del 16-17 ottobre 1944.

La commemorazione si propone non solo come momento di ricordo, ma anche come occasione per riflettere sul sacrificio di chi lottò per la libertà e la democrazia. Come ogni anno, l’appuntamento di Upega ha rappresentato un momento di raccoglimento e partecipazione civile, in cui istituzioni, associazioni e cittadini si uniscono per rendere omaggio a chi ha dato la vita per la Resistenza.

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