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La dura realtà del carcere minorile: «Questi ragazzi vanno ascoltati, non lasciamoli soli»

Per la Giornata regionale dell’ascolto, le consigliere di AVS hanno visitato il "Ferrante Aporti"

La dura realtà del carcere minorile: «Questi ragazzi vanno ascoltati, non lasciamoli soli»

L'interno del Ferrante Aporti di Torino

In occasione della Giornata regionale dell’ascolto, istituita dalla legge approvata dal Consiglio regionale del Piemonte, le consigliere di Alleanza Verdi Sinistra hanno scelto di visitare l’Istituto penale minorile Ferrante Aporti di Torino.
La legge, nata per promuovere politiche di contrasto alla solitudine e all’emarginazione, è stata integrata grazie a un emendamento di AVS che prevede l’inserimento dei mediatori e delle mediatrici culturali nell’Osservatorio regionale sull’ascolto. Un passo importante per riconoscere che l’ascolto deve includere anche chi vive barriere linguistiche e culturali.
«Abbiamo scelto di essere oggi al Ferrante Aporti perché il carcere è uno dei luoghi dove l’ascolto è più difficile e più necessario – spiegano le consigliere di AVS –. Nell’istituto minorile la maggior parte dei ragazzi detenuti sono minori stranieri non accompagnati. Giovani che non hanno una rete familiare, che faticano a orientarsi in una società che non li riconosce e che spesso li lascia soli. Senza relazioni e senza strumenti di supporto, finiscono per cadere in circuiti di marginalità che poi diventano anche penali».
«L’ascolto, in questo contesto, non è una parola astratta ma un atto politico – aggiungono da AVS –. Significa costruire condizioni perché le persone non siano lasciate ai margini, perché i giovani trovino spazi di relazione e di fiducia prima di arrivare a un percorso detentivo. Oggi ricordiamo che le politiche pubbliche sull’ascolto devono partire da qui: da chi non ha voce, da chi è più fragile e da chi vive le contraddizioni più forti del nostro sistema sociale».
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