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Dal ristorante al palco: la storia di Francesco, in arte Libero

Il giovane cantautore di Carrù che scrive "di pancia", non ascolta trap, non segue le mode. E a mezzanotte lancerà il suo terzo pezzo

Dal ristorante al palco: la storia di Francesco, in arte Libero

Francesco Peirotti, 23 anni, di Carrù. Foto di Vito Delaurentis

Francesco Peirotti ha 23 anni ma non ascolta la trap. È più un malinconico e, come nome d’arte, ha scelto quello di Libero. «Che è anche il nome del mio bisnonno – ci racconta –, anche se all’inizio pensavo più a Felice, come si chiama invece nonno».

A mezzanotte esce il suo terzo brano su tutte le piattaforme: "Scriverei". Nella vita di tutti i giorni Francesco fa il cuoco nel ristorante di famiglia, il "Moderno" di Carrù, ma il (poco) momento libero lo dedica alla musica, che è vocazione e sogno.

Il contest a San Marino

Lo chiamiamo tra un treno e l’altro mentre è di ritorno da San Marino. Quest’anno è stato infatti selezionato per partecipare al Tour Music Fest, il concorso europeo dedicato a cantanti, band e DJ emergenti. È arrivato martedì pomeriggio, poi l’esibizione è stata il mercoledì mattina all’Auditorium Little Tony. In platea gli altri concorrenti, i loro familiari, il pubblico e la giuria, nella quale sarebbe dovuto esserci, come punta di diamante, il maestro Beppe Vessicchio. Ma il destino, purtroppo, ha voluto diversamente.



«Mi sentivo bene sul palco, sciolto e mi hanno fatto i complimenti. Già l’anno scorso mi ero candidato a partecipare come interprete, senza essere selezionato. Mentre quest’anno, come cantautore, ho avuto più fortuna».

In questo primo step della finale italiana solo i primi quattro venivano selezionati per la fase europea successiva. «Un po’ di amaro in bocca rimane per essere rimasto fuori, ma il fatto stesso di essere stato selezionato mi dà ancora più motivazione per lavorare su nuovi brani, nuovi contest e nuovi format, come quelli legati ad "Area Sanremo", dedicati ai musicisti indipendenti come me, senza nessuna etichetta».

Un nuovo singolo

Durante il contest Francesco ha presentato il brano inedito "Scriverei", in procinto di uscire ufficialmente alla mezzanotte del 27 novembre. «È una canzone per chi sa di aver trovato qualcosa di meraviglioso e ha paura di mostrarlo al mondo, per timore che gli venga strappato di mano», rivela. «È un brano chiaro, sincero, onestamente disarmato. Chiede solo di essere ascoltato». E parla, ovviamente, d’amore.

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"Scriverei" segue i precedenti singoli "Riscrivimi domani" e "Ridere di me". «C’è stata un’evoluzione importante: da arrangiamenti più classici sono passato a sonorità più elettroniche. Con quest’ultimo brano ho cercato anche un formato più radiofonico, più compatto».

Dalla timidezza al coraggio di pubblicare

«Ho sempre scritto – continua Francesco – ma per "fifa" non avevo mai pubblicato nulla. Da un annetto e mezzo, anche grazie alla persona che ho vicino, ho trovato il coraggio di farlo».

Difficile trovare una categoria o un genere. «Sperimento molto. Ho nel cuore tutto ciò che è più classico, ma vado anche verso elettronica, rock, pop, jazz, R&B. Se dovessi dire qualche nome dei miei artisti preferiti, scelgo Raye (cantautrice britannica) a livello mondiale, Ivano Fossati e Cesare Cremonini per il cantautorato italiano».

Come già sappiamo, niente trap e rap. «Io sono un malinconico di natura. Detesto gli artisti costretti a pubblicare canzoni continuamente: un pezzo deve nascere dalla pancia, perché è dalla pancia che passano le emozioni. Io per scrivere un brano non impiego meno di un mese: nella velocità di oggi si perdono le cose importanti».



Dalla Banda del paese allo studio

Il suo percorso parte dalla Banda Musicale "Alesina" di Carrù, dove ha iniziato a studiare solfeggio a 12-13 anni, poi gli studi di clarinetto e sassofono. Per avvicinarsi al canto deve però mollare gli strumenti a fiato e si avvicina così, da autodidatta, al piano. Ora i brani pubblicati nascono forgiati dalla collaborazione con il Lobster Studio di Monasterolo di Savigliano, con il producer Raffaele Dogliani.

Insomma, con i piedi ben piantati a Carrù e la testa piena di musica, Francesco continua il suo cammino. Libero. Di nome e di fatto.

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