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Pamparato in festa: la Fiera del Grano Saraceno e della Castagna Bianca conquista tutti

Una giornata di sapori, musica e tradizioni che ha scaldato il borgo nonostante il freddo pungente

Pamparato in festa: la Fiera del Grano Saraceno e della Castagna Bianca conquista tutti

Pamparato ha vissuto una domenica di quelle da ricordare, una di quelle giornate in cui un intero paese si raccoglie attorno alle sue radici e le trasforma in festa. La 24ª Fiera del Grano Saraceno e della Castagna Bianca, attesa e amata non solo dagli abitanti della valle ma anche dai tanti visitatori arrivati da fuori, si è svolta con grande successo, abbracciata da un meteo fortunatamente clemente: una giornata dal freddo pungente, sì, ma scaldata da profumi, sorrisi e un entusiasmo che non ha lasciato spazio al gelo.

Dalla mattina, Pamparato si è animata come un villaggio d’altri tempi: le vie tra Castello Cordero e via Marconi si sono riempite di bancarelle, artigiani, produttori e curiosi, in un continuo intrecciarsi di storie, scoperte e sapori. Le sculture lignee di Sergione hanno incantato il pubblico, così come le trottole dei maestri di Roccavignale, capaci ancora una volta di riunire attorno a sé bambini incantati e adulti tornati bambini per qualche istante.

 

La musica ha fatto il resto. Le voci dei giovani coristi nella chiesa di San Biagio hanno aperto la giornata con emozione sincera, mentre nel pomeriggio le arpe celtiche e la travolgente energia dei QuBa Libre hanno portato un ritmo caldo e vibrante, trasformando vie e piazze in palcoscenici a cielo aperto.

Ma il cuore della Fiera, come sempre, è stato il cibo. La polenta pamparatese, nelle sue versioni antiche di “furmentin” e gialla, ha riempito il paese del suo inconfondibile profumo, accompagnata dai prodotti della Valle Casotto. E poi le castagne bianche nel latte o nel miele locale, sapore autentico di un tempo che torna ogni anno per ricordare chi siamo e da dove arriviamo.

 

A fine giornata, a parlare è stato il presidente della Pro Loco, Marco Magliano, che ha espresso «un plauso sincero ai volontari, ai polentari e a tutti coloro che con impegno e passione hanno reso possibile questa edizione». Un ringraziamento che abbraccia chi ha lavorato dietro le quinte per settimane, chi ha acceso i fuochi alle prime luci dell’alba, chi ha sorriso ai visitatori e chi ha creduto, ancora una volta, che le tradizioni vanno protette e condivise.

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