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30 Novembre 2025 - 11:23
La redazione de La Stampa a Torino dopo l'irruzione dei manifestanti
Sono una trentina le persone identificate dalla Digos dopo l'assalto di venerdì alla redazione torinese del quotidiano La Stampa, in via Lugano. Le prime identificazioni sono arrivate dall'analisi dei filmati acquisiti.
Secondo quanto si apprende, tra gli identificati figurano attivisti del centro sociale Askatasuna e dei collettivi studenteschi Collettivo universitario autonomo e Kollettivo studentesco autorganizzato, riconducibili sempre al centro sociale. Tra le persone identificate, a quanto si apprende, c'è anche il sedicenne che era stato fermato e ammanettato davanti al liceo Einstein durante gli scontri tra studenti di sinistra e di destra. La Digos prosegue il lavoro per dare un volto agli altri partecipanti all'irruzione.
I manifestanti hanno agito al grido di "Free Palestine" e “Free Shahin”, slogan comparso anche sui muri dell’edificio. La sua moschea e lo stesso imam Mohamed Shahin, dal centro Cpr di Caltasinetta dove è recluso, hanno condannato il gesto.
(dir) – Siamo esterrefatti ed impressionati per l’attacco portato alla redazione de “La Stampa” a Torino nel giorno in cui peraltro era in atto lo sciopero dei giornalisti per il rinnovo del contratto. Un gesto ignobile, quello di mettere sottosopra la redazione di un giornale che è a servizio dei lettori, in una democrazia compiuta che si regge su un diritto sacrosanto diritto alla libera informazione. Davvero scene che lasciano basiti e sconcertati. E siamo ad esprimere la nostra totale solidarietà ai giornalisti del “La Stampa” così colpiti da una devastazione senza senso.
«L’episodio, attribuito alla figura di Mohamed Shahin, è totalmente incompatibile con il percorso di responsabilità, rispetto della legalità e impegno civico che lo ha sempre contraddistinto. Tutti coloro che hanno collaborato con lui – giornalisti, forze dell’ordine, membri della nostra comunità – conoscono il ruolo attivo da lui svolto nel favorire l’ordine pubblico durante le manifestazioni per la Palestina, per due anni consecutivi. A testimoniarlo non sono solo i suoi comportamenti, ma anche le sue dichiarazioni pubbliche: “Come persona di fede ho cercato di trasformare quel dolore in iniziative pacifiche, in manifestazioni dove non ho mai sostenuto azioni violente o di danneggiamento e ho sempre provato a promuovere l’ordine pubblico tra i manifestanti”».
«Il Procuratore Generale del Piemonte e della Valle d'Aosta partecipa la più completa solidarietà di magistrato del pubblico ministero e di cittadino per la vile e criminale aggressione subita dalla redazione de La Stampa che, attraverso il quotidiano, contribuisce ad alimentare la coscienza collettiva e ad accrescere il valore della democrazia Quale rappresentante dei Pubblici ministeri (del distretto) garantisce che saranno svolte le opportune attività al fine di accertare lo svolgimento dei fatti ed assicurare alla giustizia i colpevoli».
Questo il testo del comunicato diffuso da Lucia Musti, pg del Piemonte.
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