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Rose Villain, il marito produttore, il sogno americano mancato e il (click) boom in Italia

La storia della cantante dall'animo dark e i capelli blu: da Milano a Los Angeles (e ritorno) fino ad arrivare a Sanremo

Rose Villain, il marito produttore, il sogno americano mancato e il (click) boom in Italia

Rosa Luini in arte Rose Villain

"Linkin Park e true crime. Felpe doppia XL". La canzone si chiama "Io, me ed altri guai", scritta e cantata da Rose Villain. Ed è una sorta di biglietto da visita di Rosa Luini, l'eterna ragazza classe '89, che sognava il pop di Britney Spears ma ha fatto uscire l'animo dark da rapper. Così ha conquistato il pubblico italiano, mischiando se vogliamo le due cose: lo stile un po' punk nei capelli blu e i balletti alla "Fuorilegge". Bella il giusto da far gridare, poco prima della sua esibizione al Festival, il famoso "Sì 'na preta" che ha fatto il giro del mondo e che in napoletano significa semplicemente "sei una pietra". Nel senso di forte e preziosa.

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La storia

Ma chi è Rose Villain? Nata a Milano, è figlia dell'imprenditore Franco Luini e di Fernanda Melloni. La sua è una storia di una ragazza "inquieta", come ha confessato nella lunga intervista del podcast "One More Time" (OnePodcast) di Luca Casadei. «Non mi è venuto il senso del pericolo fino a che non ho fatto un brutto incidente d’auto e lì proprio mi è cambiato tutto», ha spiegato la cantante. «Sono arrivati una serie di lutti nella mia famiglia, anche di persone giovani, che mi hanno sconquassata completamente. Mi è arrivato questo senso di pericolo che si è tramutato poi in ansia, in attacchi di panico. Ancora adesso è molto parte del mio essere e, grazie a Dio, con la musica sono riuscita a trovare un modo per buttarlo fuori».

Il nome d'arte Villain risale al periodo americano, quando dopo la maturità al Liceo Linguistico si trasferisce a Los Angeles per studiare musica presso il Musicians Institute di Hollywood. Qui inizia a cantare in una piccola cover band punk rock chiamata The Villains; mischiandolo con il nome di battesimo ecco che esce fuori il nome d'arte "Rose Villain". Ma il successo, quello vero, arriva solo dopo in Italia. Una sorta di sogno americano al contrario. «I miei genitori hanno fatto grandi sacrifici e ne sarò sempre grata. Ma in quella scuola eravamo duemila, non è un lascia passare per il successo. Nei testi ci ho messo tanto di mio, quando dicono che sono stata avvantaggiata per aver studiato all'estero, non capisco. Ho fatto qualcosa che fanno tanti altri, questo discorso mi fa imbestialire».

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Dopo essersi trasferita a New York, completa la sua formazione in arti teatrali e musicali a Broadway. Nella metropoli americana, ha incontrato i suoi primi agenti discografici: Mark Gartenberg, della Sony Music, ed Eric Beall, ex vicepresidente creativo di Sony ATV e Zomba Label Group. Durante lo stesso periodo, fa conoscenza con il produttore italiano Andrea Ferrara, noto come Sixpm, anch'egli trasferitosi a New York, che è divenuto il suo produttore esecutivo e in seguito suo marito nel 2022.

Andrea Ferrara "Sixpm" (marito di Rose Villain) 

Il successo

Il trionfo, tuttavia, giunge con il ritorno in patria. I primi passi nel panorama musicale sono segnati dalla collaborazione con Salmo nel pezzo "Don Medellin", tratto dall'album Hellvisback, in cui ha partecipato come artista. La svolta avviene dal 2020 in poi, fino a calcare per due volte il palco di Sanremo con "Click boom" (2024) e "Fuorilegge" (2025). E ora i feat con Guè "Mamma Mia" e Tony Effe "Victoria Secret".

La scomparsa della mamma

Sempre ai microfoni di "One More Time" Rose Villain ha aperto il cuore anche sugli aspetti più personali. Tra i temi affrontati la perdita della madre, Fernanda Melloni, e il rimpianto di non esserle stata abbastanza vicino durante la malattia e le difficoltà di ansia che continua a vivere. «Ho fatto tanti errori con mia mamma», ha dichiarato con evidente commozione, «la sua missione di vita era far sorridere le persone e io, sicuramente, non le ho permesso di farlo con me. Durante la sua breve malattia, ho avuto poco tempo e veramente non le sono stata accanto, ero più arrabbiata che dispiaciuta per lei. Quello che ha fatto per tutta la vita e con tutti, provare a inculcare la gioia, io non l’ho proprio fatto con lei. Sarà il cruccio della mia vita».

 

 

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