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Il giudice: «Il fotovoltaico a terra non si può bloccare». La sentenza del CDS chiude la questione in Piemonte?

I giudici annullano le delibere della Regione

parco fotovoltaico

«Il fotovoltaico a terra non si può bloccare». La sentenza del CDS chiude la questione in Piemonte

La Regione si era espressa con due delibere: il CDS le ha cassate entrambe

Nessuna "moratoria" in Piemonte: gli impianti fotovoltaici a terra non si possono bloccare. Nessuno, nemmeno la Regione, li può limitare. Lo hanno detto i giudici del CDS, Consiglio di Stato, con la sentenza n. 6160 appena emessa. Gli effetti riguardano tutto il Piemonte, e avranno ripercussioni anche in provincia di Cuneo.

Sul tema del fotovoltaico su suolo agricolo, la Regione si era espressa con due delibere, del 31 luglio 2023 e del 23 ottobre 2023, che consentivano esclusivamente la realizzazione di impianti agrivoltaici nelle cosiddette aree agricole di "elevato interesse agronomico". Vietando l'installazione di impianti fotovoltaici coi pannelli posizionati al suolo.

Il CDS le ha cassate entrambe, andando peraltro a ribaltare la sentenza che il TAR Piemonte aveva emesso con l sentenza 820 del 2024. La decisione del Consiglio di Stato si fonda sulla constatazione che l'introduzione di ostacoli di carattere regionale, non previsti dalla normativa nazionale, contravviene all'articolo 20, comma 6, del Decreto legislativo 199/2021.

La sentenza stabilisce con chiarezza che le Regioni non possono, mediante attiamministrativi, revocare la disciplina delle aree idonee temporanee stabilita dall'articolo 20, comma 8, del D.lgs. 199/2021 - la legge finalizzata ad “accelerare il percorso di crescita sostenibile del Paese, recando disposizioni in materia di energia da fonti rinnovabili” e a raggiungere gli “obiettivi di incremento della quota di energia da fonti rinnovabili al 2030”, “conformemente al Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima”.

Nella sentenza si legge che «nelle more dell’individuazione delle aree idonee, non possono essere disposte moratorie ovvero bsospensioni dei termini dei procedimenti di autorizzazione. Le aree non incluse tra le aree idonee non possono essere dichiarate non idonee all’installazione di impianti di produzione di energia rinnovabile, in sede di pianificazione territoriale ovvero nell’ambito di singoli procedimenti, in ragione della sola mancata inclusione nel novero delle aree idonee».

La sentenza mette un punto fermo su tanti casi di progetti "in corso di realizzazione", a volte contestati. Ricordiamo che lo scorso maggio i sindaci della provincia di Cuneo si erano riuniti in assemblea per discutere di questo punto, chiedendo più chiarezza a livello normativo e una regia territoriale “più attenta ed equa”. Il consigliere provinciale e sindaco di Cavallermaggiore Davide Sannazzaro ha parlato della situazione del territorio saviglianese: «Sta diventando un problema sempre più sentito. Gli impianti fotovoltaici sulla pianura stanno aumentando sempre di più. La legge li agevola nel nome del "green deal" e i contributi economici li rendono remunerativi». Il presidente Luca Robaldo, sindaco di Mondovì: «Siamo tutti assolutamente favorevoli alle energie rinnovabili, siamo tutti consapevoli che la transizione green è un processo necessario… ma siamo altrettanto consapevoli che, quando i cittadini vedono nascere “campi fotovoltaici” al posto dei campi di grano, poi vanno dai sindaci a chiedere spiegazioni». Ora la chiarezza c'è.

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