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23 Luglio 2025 - 15:42
Foto (John Aimo): un “parco fotovoltaico” non lontano da Mondovì
La reazione di Confagricoltura alla sentenza del CDS
« Coi pannelli fotovoltaici sul suolo agricolo sono a rischio le produzioni di eccellenza del Piemonte!». Lo grida Confagricoltura, dopo al sentenza del Consiglio di Stato che la scorsa settimana ha "cassato" le delibere regionali che bloccavano gli impianti a terra su aree agricole. Nessuna "moratoria" in Piemonte: gli impianti fotovoltaici a terra non si possono bloccare. Nessuno, nemmeno la Regione, li può limitare. Lo hanno detto i giudici del CDS, Consiglio di Stato, con la sentenza n. 6160 appena emessa. Gli effetti riguardano tutto il Piemonte, e avranno ripercussioni anche in provincia di Cuneo.
Il 14 luglio scorso, con la sentenza n. 6160/2025, il Consiglio di Stato ha soppresso gli articoli delle due delibere della Regione Piemonte che vietavano la collocazione di impianti fotovoltaici nelle aree agricole di elevato interesse agronomico (areali individuati dai disciplinari delle produzioni agricole D.O.P., I.G.P., D.O.C., D.O.C.G. e terreni agricoli ricadenti nella prima e seconda classe di capacità d’uso del suolo). Sul tema del fotovoltaico su suolo agricolo, la Regione si era espressa con le due delibere, del 31 luglio 2023 e del 23 ottobre 2023, che consentivano esclusivamente la realizzazione di impianti agrivoltaici nelle cosiddette aree agricole di "elevato interesse agronomico". Vietando l'installazione di impianti fotovoltaici coi pannelli posizionati al suolo.
Il CDS le ha cassate entrambe, andando peraltro a ribaltare la sentenza che il TAR Piemonte aveva emesso con l sentenza 820 del 2024. La decisione del Consiglio di Stato si fonda sulla constatazione che l'introduzione di ostacoli di carattere regionale, non previsti dalla normativa nazionale, contravviene all'articolo 20, comma 6, del Decreto legislativo 199/2021.
Per Confagricoltura, il punto è chiaro: questo provvedimento, unitamente a quello emesso dal TAR del Lazio, che in parte annulla il decreto interministeriale sulla definizione delle superfici e delle aree idonee per l'installazione di impianti a fonti rinnovabili, genera un vuoto normativo in cui potrebbero più facilmente insinuarsi speculazioni dannose per le produzioni agricole. Tale situazione potrebbe rappresentare un problema non solo per le coltivazioni, ma anche per gli stessi agricoltori che intendessero diversificare le proprie attività aziendali attraverso l'introduzione del fotovoltaico. “La produzione di energia sta diventando un elemento sempre più importante nell’economia delle imprese agricole – afferma Enrico Allasia presidente di Confagricoltura Piemonte – su questa materia, come associazione agricola, abbiamo però sempre avuto una posizione molto chiara, l’azienda deve poter compiere le sue scelte imprenditoriali in piena autonomia, all’interno di una cornice normativa stabile e omogenea che consenta lo sviluppo delle energie rinnovabili e la tutela delle produzioni senza dare spazio a manovre puramente speculative, che rischiano di sottrarre all’agricoltore la disponibilità dei suoi terreni, oltre ad avere un impatto molto forte in termini paesaggistici e di consumo di suolo. Occorre pertanto riaprire al più presto un confronto, a livello nazionale e regionale, che possa portare alla definizione di una normativa equilibrata per lo sviluppo sostenibile delle energie rinnovabili"
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