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24 Luglio 2025 - 21:16
Foto (John Aimo): un “parco fotovoltaico” non lontano da Mondovì
Una vicenda che inizia nel 2024
“Oggi, con ordinanza del TAR Piemonte, è stata riconosciuta una prima ragione del Comune di Mondovì sul parco fotovoltaico a terra in via Tanaro. Ed è stata respinta l'istanza di sospensiva che la società aveva avanzato. L’udienza è stata fissata a maggio 2026”. Lo ha detto stasera, giovedì 24 luglio, in Consiglio comunale, il sindaco Luca Robaldo. La chiave di volta è... una chiesetta di campagna, che sorge all'interno del vecchio cascinale che si trova all'inizio di via Tanaro: un bene che potrebbe essere sottoposta a un vincolo di tutela. Se questo fosse riconosciuto, non può essere costruito e installato un impianto fotovoltaico nei terreni limitrofi.
La battaglia legale fra il parco fotovoltaico e… una chiesetta di campagna
Scontro in Tribunale tra le due società proponenti e il Comune
La vicenda inizia nel 2024, dopo che le società avevano presentato il progetto attraverso la cosiddetta “PAS”, la procedura semplificata che di fatto consente di evitare di sottostare a un vero e proprio “parere” da parte del Comune. Ciò nonostante, gli Uffici comunali avevano espresso un “Ordine motivato di non effettuare l’intervento”, e le proponenti hanno fatto ricorso al TAR, chiedendo – come si fa sempre in questi casi – la sospensione del provvedimento comunale. La sentenza non è ancora arrivata, ma il Tribunale amministrativo aveva in effetti applicato la sospensiva. Nel frattempo, però, il Consiglio comunale aveva deliberato una modifica della programmazione urbanistica “ri-classificando” il medesimo terreno da “area commerciale” ad “area agricola”. In attesa della sentenza, visti i tempi tecnici, le due società avevano ufficialmente avviato i lavori. Senza montare, ovviamente, alcun impianto: ma l’area è stata delimitata da pali ed è stato piazzato un prefabbricato da cantiere.
Nel momento in cui il Comune ha annullato la “PAS”, le società hanno presentato un secondo ricorso un mese fa: «per motivi aggiunti» sull’istanza di annullamento già presentata nel primo ricorso, e «per l’annullamento, previa sospensiva» del nuovo provvedimento. Il Comune non ha intenzione di mollare e ha dato incarico allo studio legale dell’avv. Perin di Torino per la difesa. Uno stallo. L’avvocato Francesco Dal Piaz, legale delle società: «Il manufatto a cui si riferisce il Comune nelle sue motivazioni risulta essere un bene privato: non rientra fra quelli ecclesiastici, dunque non c’è alcuna tutela». Ora è arrivata la prima pronuncia. Robaldo: “Sappiamo che è solo “il primo round”, ma è un risultato soddisfacente”.
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