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17 Agosto 2025 - 10:53
E anche l'ex Cottolengo di Mondovì finisce vandalizzato. L'ex ospizio, che si trova fra Carassone e Breo, è chiuso dal 2020 e ormai in stato di abbandono. Non è di proprietà della Diocesi, ma dell'Istituto "Piccola Casa della Divina Provvidenza" di Torino. Sono 15 anni che si cerca una destinazione per quell'immobile: è stato messo in vendita, si parlava di trattative private, ma non se ne è mai fatto nulla.
Ora, come purtroppo era prevedibile, sono arrivati i vandali. Un destino comune a quello degli immobili vuoti. Le foto, scattate questa mattina (17 agosto) dalla mongolfiera di John Aimo, mostrano i danni.


In una foto si vedono chiaramente scritte sui muri realizzati al piano della terrazza: segno che i vandali si sono introdotti all'interno e hanno camminato indisturbati.

L’immobile è chiuso da 15 anni, ed è uno dei “contenitori vuoti” di cui tanto si è parlato in città. È completamente inutilizzato da quando la proprietà, la “Piccola Casa della Divina Provvidenza” di Torino, decise di mettere la parola “fine” sulla storia dell’ospizio. Una storia durata oltre un secolo: aprì nel 1902 e chiuse nel 2010 dopo un lungo periodo di incertezze.
Da quella data si sono fatte molte ipotesi sul riutilizzo dell’immobile: nessuna è stata concretizzata. La struttura è tutt’ora in vendita. All’interno si trovano camere, saloni, cucine e refettorio, locali per uffici.
C’è un dettaglio da tenere in conto: il Comune di Mondovì ha in corso una revisione del Piano regolatore cittadino. L’area del Cottolengo, dal punto di vista urbanistico, è adibita a servizi.
Qualche mese fa, l’ex presidente FDI Mondovì Claudio Sarotto aveva lanciato una proposta: realizzare un’Università dell’enogastronomia nell’ex Cottolengo. Coinvolgendo le Scuole superiori locali, Alberghiero e Agrario, ovviamente il Politecnico e l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. «Ci rivolgiamo al sindaco per avviare una riflessione su un progetto ambizioso che potrebbe apportare significativi benefici al nostro territorio: un Polo Agricolo-Ricettivo che coinvolga attivamente gli istituti agrari e alberghieri della nostra area, creando così un'opportunità unica per realizzare un’università del territorio».
Questo si leggeva in una lettera che vede la firma di Sarotto in testa, subito seguita da quella di Gianni Mansuino, carassonese, e da molti dei “fratelli dimissionari” del Circolo di Mondovì
La proposta di Sarotto, Mansuino e degli altri mira a qualche passo in questo senso? «Il Cottolengo è situato in una posizione strategica e attigua al plesso universitario monregalese – scrivono –, sarebbe perfettamente adatto a ospitare il Polo. Questa proposta potrebbe rendere Mondovì un punto di riferimento per l'integrazione tra studi, territorio, enogastronomia e agricoltura. Non solo avrà un impatto positivo dal punto di vista educativo, ma porterà anche una risonanza socio-economica significativa per i rioni limitrofi e per l’intera area monregalese».
Non sappiamo se questa proposta avrà mai un seguito. Intanto, però, i vandali hanno detto la loro.
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