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«La montagna, i bambini e lo sci. Chiara era una presenza luminosa»

Il ricordo del "suo" Sci Club Ceva. La giovane maestra era alla sua seconda stagione a Cervinia, dopo essersi ripresa dalla malattia di qualche anno prima. Oggi l'ultimo saluto a Garessio

«La montagna, i bambini e lo sci. Chiara era un presenza luminosa»

Chiara Arduino, scomparsa improvvisamente a 25 anni

 

«La montagna, lo sci e i bambini erano le sue tre grandi passioni, che riusciva a coniugare magnificamente. Anche nei momenti più difficili trovava sempre la forza di sorridere e di trasmettere energia. Era una presenza luminosa». Così Domenico Pera, presidente dello Sci club Ceva, ricorda con commozione Chiara Arduino, maestra di sci e allenatrice dei più piccoli, scomparsa troppo presto e all’improvviso lunedì scorso, a soli 25 anni.

 

«Per noi è stato un fulmine a ciel sereno, nessuno se lo aspettava». Chiara si era ammalata gravemente nell’estate di tre anni fa, ma con grande determinazione si era ripresa completamente, tornando l’inverno seguente sulle piste e accanto ai bambini dello Sci club come maestra. Fisicamente stava bene e si era rimessa subito in gioco. La sua era una passione totale, assoluta.

 

 

Lei stessa, al momento della laurea in Servizio sociale all’Università di Torino, nel novembre dello scorso anno, aveva rivolto un ringraziamento speciale ai medici che «hanno fatto sì che potessi ricevere le cure necessarie e riprendere in mano la mia vita. Grazie alla loro competenza sono qui oggi a concludere questo percorso».

 

Chiara aveva lavorato con lo Sci club Ceva fino alla stagione 2023/24, distinguendosi per entusiasmo e dedizione. «Ci sapeva davvero fare con i bambini – spiega Pera – aveva una naturale capacità di coniugare tecnica, passione per la montagna e dolcezza nel rapporto umano».

 

Nella stagione successiva aveva poi deciso di intraprendere una nuova esperienza professionale a Cervinia, accogliendo con entusiasmo l’opportunità di crescere e di confrontarsi in una realtà più grande e strutturata. «Quando me lo chiese, le dissi: vai, è giusto per te. Ed era felice di farlo».

 

Appassionata di sci fin da giovanissima, Chiara aveva concluso l’attività agonistica, come spesso accade, attorno ai 18 anni. Da lì era iniziata la sua carriera come maestra di sci e poi come assistente sociale. Era la sua seconda stagione in Valle d’Aosta, quella che era diventata la sua “altra" casa dopo Garessio. Lunedì doveva accompagnare il suo gruppo di bambini sul ghiacciaio, ma aveva avvisato i colleghi che avrebbe tardato. Fino al tragico ritrovamento avvenuto a Valtournenche, nella casa che condivideva con altri maestri di sci.

In tantissimi, tra compagni, amici, genitori e bambini, oggi la ricordano condividendo quelle fotografie e quei video che Chiara non mancava mai di realizzare sulle piste. Un affetto che non si spegne e che sarà tangibile questo pomeriggio, nella chiesa di Santa Caterina a Garessio, per l’ultimo saluto. Chiara, figlia unica, lascia i genitori Franca e Giancarlo, i nonni e il compagno.

 

 

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