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Tettoia trasformata in salone polivalente: come fare a non farla diventare una "cattedrale nel deserto"?

Il cantiere è cominciato: ma se non si troverà un “senso” alla struttura, resterà un'opera compiuta solo a metà

Tettoia trasformata in salone polivalente: come fare a non farla diventare una "cattedrale nel deserto"?

Il cantiere alla tettoia di piazza Ellero è cominciato. Verrà trasformato in “salone polivalente”: uno spazio chiuso, circondato da vetri oscurabili, che potrà ospitare palco, locali cucina, sala incontri. Dunque ora è tempo di chiedersi: cosa succederà l’anno prossimo, quando i lavori saranno finiti?

Stiamo parlando di un intervento costoso (un milione di euro), molto discusso in città e… non da tutti gradito. Quando la Giunta Adriano lo mise nero su bianco, nel 2021, il consigliere Giancarlo Battaglio – nominalmente “di maggioranza”, anche se i rapporti erano ormai ai minimi – votò contro definendolo «un’assurdità». Talvolta è emersa l’impressione che questo progetto, nel corso degli anni, abbia raccolto sempre meno “calore” all’interno della stessa Amministrazione comunale. Cos’è cambiato?

In primo luogo, il “senso” dell’opera. Lo stesso sindaco Robaldo, a fine 2024 – in un’intervista al nostro giornale – rispose così alla domanda: c’è qualche progetto che forse non andava fatto, o non andava fatto come era stato impostato? «La chiusura dell’ala mercatale si è rivelata una sfida più grande di quella che ci si immaginava. Anche perché tra prima e dopo il Covid sono cambiate tante cose, anche le abitudini delle persone». Tradotto: l’esigenza di uno spazio aggregativo al chiuso, forse, non è più in cima alle priorità.

Poniamo delle domande: quali idee ci sono per rendere funzionale questo spazio? Per farlo “vivere” e per dare un senso all’investimento? Quali occasioni, o eventi, potranno “trovare casa” nel nuovo spazio? O, se possibile, quali soggetti potranno essere coinvolti?

Il sindaco ci risponde: «Quando, nel 2017, questo intervento fu pensato la situazione era molto diversa da quella attuale. Dobbiamo evitare ad ogni costo l’effetto ‘cattedrale nel deserto’: io immagino, ad esempio, che il salone possa divenire una sorta di luogo di iniziativa per le associazioni sportive e ricreative presenti in città. Il nostro obiettivo è quello di rigenerare l’ala, facendola protagonista della vita della nostra Comunità ed è con questo obiettivo che stiamo immaginando chi potrà gestirla».

Fino a quando non saranno definiti questi punti, l’intervento all’ala mercatale si può ritenere completo solo a metà: un contenitore, magari anche affascinante, ma senza uno scopo.

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