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Addio a Remo Girone: nel 2024 la sua ultima recita a Mondovì con "Il cacciatore di nazisti"

A gennaio del 2024 aveva portato in scena "Il Cacciatore di Nazisti" di Giorgio Gallione, dedicato alla vita di Simon Wiesenthal

Addio a Remo Girone: nel 2024 la sua ultima recita a Mondovì con "Il cacciatore di nazisti"

È venuto a mancare improvvisamente, a 76 anni, l'attore Remo Girone: con lui lo spettacolo italiano perde un gigante. Il ruolo per cui è universalmente ricordato è televisivo, è quello del boss Tano Cariddi, nella Piovra, storica fiction dedicata alla mafia. Tuttavia, come spesso accade, si è trattato della punta dell'iceberg di una carriera ricchissima, sia nel cinema che nella tv ma anche e soprattutto, in teatro. 

Proprio in teatro Remo Girone si è esibito per il pubblico monregalese nel 2024, nel corso della stagione teatrale al Baretti. Aveva portato in scena un testo originale di Giorgio Gallione, adattamento al teatro della complessa e affascinante vita di Simon Wiesenthal, ovvero "Il cacciatore di nazisti". Un complesso monologo, nel corso del quale Girone si aggirava in un ufficio ricostruito in scena, impersonando Wiesenthal e ridando vita e voce a sue dichiarazioni, interviste, interventi "Montati" come in un unica narrazione, con l'effetto per il pubblico di partecipare a una conversazione impossibile con il personaggio storico.

Originale anche il taglio dato a questa storia, ovvero quella di un personaggio quasi romanzesco, un "Philip Marlowe" dell'olocausto, un investigatore classico dedito alla caccia di criminali di guerra. Un'impresa non semplice tenere il palco completamente in solitaria, con un testo non certo leggero, pieno di storie dolorose e vicende tragiche. Eppure Remo Girone seppe dimostrare la sua lunga esperienza e il suo talento.

Proprio in quell'occasione, ci fu l'opportunità di scambiare qualche parola con lui, per una breve intervista. Nel corso della chiacchierata aveva ripercorso la sua infanzia ad Asmara, nella colonia italiana, raccontando gli albori della sua grande passione per la recitazione. Aveva ripercorso le sue esperienze, i ruoli che lo avevano reso più orgoglioso, le partecipazioni hollywoodiane. Aveva regalato una visione a 360 gradi di un mestiere complesso, dalle tante sfaccettature, che in una carriera così completa e invidiabile aveva imparato a padroneggiare ed esplorare. Lo aveva fatto senza alcun divismo, ma con grande semplicità e gentilezza, come se, in fondo, non si trattasse che di un mestiere come un altro.

Infine, il ricordo di una serata torinese, dopo una "Mirra" con Luca Ronconi. In televisione le prime puntate della quarta stagione della "Piovra". Un negoziante lo riconosce, lui si schermisce, attribuendo alla notorietà televisiva un valore effimero. E gli viene risposto «Si ricordi che quando gli italiani le danno una medaglia non gliela tolgono più».

Quella medaglia ora è passata alla storia.

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