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Trippa e bollito a colazione, il rito immortale alla Fiera del Bue grasso

A Carrù oggi Scuole chiuse e non si lavora. È il gran giorno della Fiera, code già ben prima dell'alba

Trippa e bollito a colazione,  il rito immortale alla Fiera del Bue grasso

Clienti in festa a colazione il giorno della Fiera del Bue grasso del 2023 al ristorante "Moderno" di Carrù

C’è chi è contemporaneamente in due posti, chi è lì ma non dovrebbe esserci, chi alle 8 comunque, cascasse il mondo, timbrerà il cartellino ed entrerà al lavoro e chi invece ha preso ferie oggi, domani e poi chissà. Perché la "Fiera del Bue grasso" a Carrù, alla fine, è uno stato d’animo, un qualcosa che va vissuto più che spiegato.

Anche perché, altrimenti, una spiegazione logica a chi si mette in coda al freddo e al buio, ben prima che il sole sorga, solo pregustando un piatto di trippe, un buon bicchiere di Dolcetto e il bollito con le sue salsine, non c’è. Ma a Carrù il giorno della Fiera la logica vale quel che vale. Solo così puoi spiegarti il vociare della gente pronta "all’assalto" dei ristoranti, ma anche dei bar e del grande tendone sotto il quale una bella (e soprattutto generosa) squadra di volontari della Pro loco si arma di mestolo e vassoi per sfamare l’orda di buongustai che arriverà fino a sera. Si stimano, solo sotto il Palafiera, non meno di duemila persone.


Scuole chiuse, il paese è in festa

Oggi, giovedì 11 dicembre, a Carrù è come se fosse già Natale. Le scuole sono chiuse e si ripete l’antico rito. Da almeno 115 anni, da quando i buoi arrivavano sulle loro quattro zampe e si sorbivano miglia e miglia nella notte al traino del carro. Poi, una volta giunti al grande mercato "d’ Carù", c’era bisogno di una mano per legarli e piazzarli. Per questo esistevano i "tocau", che con i rapidi e decisi tocchi del loro bastone "comandavano" l’animale. Si arrivava molto presto, gli allevatori erano affamati e assetati. Ed è così che le osterie aprivano le porte quando ancora il giorno doveva essere formato.


Le code alle sei di mattina davanti ai ristoranti

Nelle pieghe della storia e della tradizione è un qualcosa che oggi si gusta come un’esperienza. Niente cappuccino e brioche: solo bagna cauda e, ovviamente, carne di bue. Il mattino ha l’oro in bocca. Grazie al gioco di squadra dei ristoranti (qui si supportano a vicenda, si scambiano i clienti e formano anche un’associazione tutti assieme, "I piaceri di Carrù") e all’intuito, trent’anni or sono, di organizzare un "Bollito No Stop" gestito dalla Pro loco, il successo sembra non conoscere fine.


Il Bollito No Stop della Pro loco

Gli orari e cosa trovare

Il primo turno scatta alle 6, mentre il Pala Fiera in piazza Divisione Alpina apre le tende prima del solito quest’anno (alle 7). Poi in tutto il paese c’è il mercato allargato e, ovviamente, i buoi in carne e ossa. Vengono scaricati sul retro di piazza Mercato e messi in mostra sotto l’ala Borsarelli (intitolata al veterinario "fondatore" della Fiera). Ce ne sono 25 in tutto, un numero che però sale a 59 se contiamo anche manzi, vitelli e vacche.

Il Comune si è attrezzato con due tribune e un ring molto americano, di quelli che si usano per i bisonti. Sono tutte attrezzature necessarie per scongiurare il pericolo di una Fiera senza far muovere i buoi, come avvenuto lo scorso anno per prescrizioni di sicurezza. La premiazione va in scena dalle 10.30. E poi, ovviamente, in tutto il paese, bancarelle e mercato "extra large". Insomma, la Fiera è cominciata.

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