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23 Dicembre 2025 - 07:34
Che il problema fosse "grosso", lo si sapeva e lo si sa. Così come era evidente che non si poteva evitare di parlarne la sera in cui a Mondovì si è discusso il bilancio di previsione 2026. Lunedì 22 dicembre l'Amministrazione comunale ha discusso il "conto preventivo". E lì, fra una riga e l'altra, c'è quella cifra enorme: 3,7 milioni di euro. Quelli previsti per la revisione ventennale della funicolare. Che è un obbligo di legge (salvo proroghe).
Il Comune ha già messo le mani avanti: la cifra finale potrebbe essere anche più altra, fra i 4 e i 5 milioni di neuro. Ma , al momento, non hanno copertura economica. Tradotto: non si sa da dove prenderli.
Cerchiamo di spiegare bene qual è il punto. Quando leggiamo il termine “revisione”, molti di noi potrebbero pensare a qualcosa di simile alla manutenzione che si fa per un’automobile. Ovvero: controllare l’impianto, verificare che tutto sia funzionale e in regola, capire se c’è qualcosa che non va ed eventualmente sostituire ciò che si è usurato. Ma per la funicolare si tratta di qualcosa di molto diverso.
La revisione è un passaggio obbligatorio per legge, dopo 20 anni di attività dell’impianto. La funicolare di Mondovì è stata aperta nel 2006. L’Ente che segue questa procedura è ANSFISA (ex USTIF), l’Agenzia del Ministero delle infrastrutture e trasporti che si occupa di tutti gli impianti su rotaia e a fune. La funicolare di Mondovì, di fatto, è… una via di mezzo fra le due cose.
Questa revisione non consiste in una verifica dello stato di usura dell’impianto: è, al contrario, una procedura che prevede di andare a sostituire la quasi totalità delle componenti elettriche-elettroniche e di quelle meccaniche. In poche parole: la funicolare di Mondovì dovrà restare ferma per mesi (cinque? Sei?), dovrà essere smontata quasi pezzo per pezzo per sostituire tutte le componenti “che la fanno funzionare”.
Questo “piano di sostituzione”, visti i prezzi, porta il costo complessivo a una cifra che attualmente è stimata in 4,7 milioni di euro. Anche perché l’intervento è reso ulteriormente complesso a causa della collocazione. La funicolare di Mondovì è un impianto che ha la sala macchine e le stazioni inserite in locali storici: lavorare in queste condizioni e contesti richiederà una serie di accorgimenti e procedure difficili.
Tutto questo, per concludere, allo scopo di mantenere l’impianto sicuro al 100%. Esattamente come avviene per le revisioni annuali, quella quinquennale e quella decennale, tutte svolte con regolarità. Questa, però, sarà più grande, più completa, più approfondita. E più onerosa.
Qualche settimana fa, il nostro giornale aveva provato a porre una domanda: dal momento che questa mega-revisione era prevista da 20 anni, ovvero "da sempre"... non si potevano accantonare cifre negli anni passati? Il sindaco Luca Robaldo aveva già detto che non ha mai voluto porre la questione in questi temi: «A forza di guardare indietro viene il torcicollo, e col torcicollo non si va da nessuna parte – ci aveva risposto –, per cui da me non sentirete alcuna lamentela nei confronti delle Amministrazioni che hanno preceduto la mia».
Ieri sera, in Consiglio comunale, è stato ancora più esplicito: «Accantonare risorse a bilancio per questo intervento - ha detto - avrebbe voluto dire bloccarne altri». E l'assessore al Bilancio, Alberto Rabbia: «Nessun "accantonamento" sarebbe bastato: anche perché la cifra prevista per questo intervento, 10 o 12 anni fa, era completamente diversa rispetto a quanto abbiamo previsto oggi». E aggiunge: «Temo che la città, da sola, non possa sostenere questo costo: servono risorse da fuori»
Cesare Morandini, consigliere PD: «Il costo di questo intervento ci preoccupa molto. Inoltre, la funicolare dovrà restare chiusa mesi e mesi: sarà un danno per il turismo a Piazza e per le attività, l'Amministrazione ci ha pensato?». Il servizio verrà surrogato da bus navette per tutta la durata della revisione. Perché... qua sta il punto: la funicolare, prima ancora di essere un’attrazione turistica, è un mezzo di trasporto. Ovvero: un servizio. Ma è un servizio che, dati alla mano, viaggia in perdita. Il "grosso" dell'utenza giornaliera è probabilmente quella studentesca, nelle fasce orarie di ingresso e uscita da scuola. E di tutto questo, la città, deve tenere conto. Anche dal punto di vista economico.
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