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22 Dicembre 2025 - 19:00
Matilde Borello, ospite nella redazione de "L'Unione"
Nei giorni scorsi, la schiacciatrice monregalese Matilde Borello (classe 2010) è venuta a trovarci in redazione a L’Unione Monregalese. L’abbiamo intervistata e ci ha raccontato emozioni, sacrifici e sogni di questo incredibile 2025, fatto di impegno quotidiano, entusiasmo e una maturità sorprendente per la sua età. Un anno d’oro che rappresenta forse solo l’inizio di una storia tutta da scrivere, con Mondovì sempre nel cuore e lo sguardo già rivolto verso nuovi, ambiziosi traguardi.

È lei l'atleta dell'anno 2025 per la redazione sportiva de L'Unione Monregalese.
In un anno incredibile, Matilde ha conquistato la medaglia di bronzo agli Europei Under 16 con la nazionale azzurra. In estate è poi passata alla Imoco Next Gen, il settore giovanile della squadra più forte del mondo. Ciliegina sulla torta: a novembre, è arrivata per lei anche la prima convocazione in serie A1, insieme alle giocatrici top a livello mondiale.
L'abbiamo intervistata, ecco cosa ci ha raccontato...

Matilde, partiamo dall’Europeo Under 16. Che esperienza è stata la tua prima vera avventura in azzurro?
In nazionale Under 16 il livello era altissimo. Siamo partite in 20, poi le convocazioni si sono ristrette a 18 e infine a 14. Sono stata convocata per la prima volta ad aprile, quando ho partecipato al torneo Wevza in Spagna. Non mi aspettavo assolutamente di partire titolare, viste le ragazze che c’erano. Dopo i collegiali, però, sono riuscita a conquistarmi il posto in campo.
Com’era il livello delle avversarie all’Europeo?
C’erano squadre fortissime come Polonia e Turchia. Proprio contro la Turchia abbiamo perso la semifinale, ma ce la siamo giocata fino in fondo: eravamo avanti 2-0, poi purtroppo siamo calate. Anche la Francia era molto forte. C’erano invece nazionali un po’ più “indietro tecnicamente”, come le padrone di casa dell’Albania, la Lituania e l’Ucraina. Dal punto di vista fisico, però, erano tutte simili a noi: eravamo già molto strutturate, tutte oltre il metro e ottantacinque.

Il 2025 è stato speciale anche per il tuo approdo a Conegliano…
Mi hanno chiamata dopo un torneo importante che avevo giocato l’anno scorso con Chieri, il Campesan di Padova, dove partecipano le squadre giovanili più forti d’Italia. C’era anche Velasco. Abbiamo giocato contro l’Imoco e lì mi hanno notata.
Che ambiente hai trovato all’Imoco Next Gen?
Un ambiente bellissimo. Le giornate sono tutte organizzate. Abito a Noventa di Piave in un palazzo con le mie compagne, proprio davanti al palazzetto. Al mattino andiamo a scuola a San Donà, al liceo scientifico sportivo. Torniamo per pranzo e mangiamo insieme in foresteria, poi ci alleniamo dalle 16 alle 19. Due volte a settimana facciamo anche pesi. Riesco a trovare il tempo per tutto: studio, allenamenti e anche per uscire ogni tanto con le compagne, che adesso sono anche diventate amiche.
Hai cambiato anche percorso scolastico…
Sì, l’anno scorso a Mondovì frequentavo il Liceo economico-sociale. Qui ho scelto il Liceo scientifico sportivo e in estate ho dovuto recuperare materie come spagnolo, fisica e chimica. Avevo paura di non farcela, ma alla fine ci sono riuscita ed è andato tutto bene. Anche a scuola c’è un ambiente ottimo. Alcuni allenatori sono anche i nostri professori. Fa tutto parte del grande mondo Imoco: una realtà super organizzata sotto ogni aspetto».
Dal punto di vista sportivo giochi su più fronti…
Gioco in Under 18, serie C e serie B1. In casa, il sabato, mi capita di giocare sia in C sia in B1. In B1 non sono titolare: entro in battuta e nel giro dietro in ricezione. L’obiettivo della società è far crescere i giovani, più che guardare la classifica.

Emozione fortissima anche la tua prima convocazione in prima squadra in serie A1…
È stato incredibile. Quando ho saputo di essere convocata ho iniziato a tremare, avevo le gambe che non mi reggevano. Avevo paura. Però staff e ragazze mi hanno subito messa a mio agio. Ricordo che sono arrivata per prima in spogliatoio, mi sono seduta al mio posto con il nome e la divisa piegata. Poi è arrivata Gabi che mi ha salutata, e piano piano tutte le altre. Mi hanno coinvolta nei loro riti prepartita, anche in un balletto che abitualmente fanno prima di entrare in palestra. Ho fatto palla a coppie con Gabi e in panchina ero seduta vicino a lei. Parlano quasi sempre in inglese, ma riuscivo a capire gli schemi. Io lì in mezzo non c’entravo niente… ma è stato bellissimo.
Guardando avanti, cosa ti aspetta nel futuro?
In teoria dovrei restare a Conegliano per questa stagione e almeno per la prossima, poi si vedrà. Nel 2026 ci saranno i Mondiali Under 17 in Cile e gli Europei Under 18 a Stoccolma. L’Italia potrebbe essere tra le favorite, insieme a Polonia e Turchia. Non è affatto scontato far parte del gruppo: le selezioni sono continue e da schiacciatrice devi essere tra le tre migliori in Italia della categoria. Io ci spero, ma so quanto sia difficile.
Un anno d’oro, quello di Matilde Borello, che racconta di talento, sacrificio e sogni coltivati giorno dopo giorno. Con Mondovì sempre nel cuore e lo sguardo già rivolto verso nuovi, ambiziosi traguardi, la storia di questa giovane pallavolista sembra davvero solo all’inizio.
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